Premi letterari e luoghi comuni (Prima Parte)

Nello scorso articolo avevo parlato del concorso DeA Planeta, e dunque qui, riprendendo il discorso sui premi letterari come avevo promesso, rischio per la prima volta di essere in linea con il tema lanciato dalla rivista, ovvero in questo caso quello dei “ritorni” (e dico “rischio” perché non si sa mai, vista l’irresistibile attitudine alle divagazioni che mi affligge quando scrivo). Si direbbe, usando una frase ormai ampiamente sfruttata, che si tratta di un ritorno sulla scena del delitto (che poi, quando la sento, a me viene sempre in mente Profondo rosso di Dario Argento). Piccola parentesi (a proposito di divagazioni): quell’ultimo articolo l’avevo concluso con le parole “tirerò dritto”. Leggendo poi un articolo di Alessandra Tarquini su La Lettura (ottimo inserto settimanale del Corriere della Sera), veniva citata proprio l’espressione “tiro dritto” tra gli interventi mussoliniani più celebri. Quindi, senza saperlo, a quanto pare mi sono ritrovato a utilizzare un’espressione fascista, per il fatto che sia entrata a far parte del linguaggio di tutti i giorni. Eh sì, le parole sono importanti, come diceva Nanni Moretti in Palombella rossa. Eppure a volte le dici senza pensarci e ti ritrovi in un attimo a dichiarare i tuoi intenti politici. Lungi da me, non è proprio da quella parte che sto. Ma, come direbbe il barista filosofo del film di Billy Wilder Irma la dolce (prima ancora del narratore di La storia infinita), questa è un’altra storia. E ora, concludendo questa scia iniziale di luoghi comuni (l’altra volta avevo introdotto l’argomento con il giochino delle canzoni, oggi con questa pioggia di banalità… ma non ci sarà un due senza tre, lo giuro!), bando alle ciance – o, come direbbe il bPremi letterariuon Bergonzoni, “ciancio alle bande” – e passiamo subito al nocciolo della questione.

Orientarsi nell’oceano di concorsi che popolano la rete non è semplice, va da sé. Soprattutto per chi naviga senza bussola, diciamo così; con questo mi riferisco a tutti quelli che non conoscono molto bene la materia e si siano messi a cercare su internet premi a cui partecipare, ma senza filtri, senza requisiti particolari che possano servire per operare una selezione, seppur minima. Quali possono essere invece alcuni requisiti base di un buon concorso? Cosa lo rende migliore di altri? 

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