Quella maledetta domanda

lettere-470x260.jpgRischio di diventare l’uomo delle premesse, ma anche in questo caso ne faccio una brevissima, che del resto sarà utile al lettore nel prosieguo: per dire quello che voglio dire, ho scelto la strada della leggerezza. Il che, come ha suggerito Calvino in una delle sue Lezioni americane, “non vuol dire che io consideri le ragioni del peso meno valide, ma solo che sulla leggerezza penso d’aver più cose da dire”. Ci tengo anche a precisare che non dirò cose da intellettuali, lo prometto (e lo premetto pure, a questo punto). E ciò non perché non voglia, ma perché piuttosto non ne sono capace. Di questo potrebbero lamentarsi forse gli intellettuali stessi, i finti intellettuali, i non intellettuali, perché ognuno, in fondo, vorrebbe sentire qualcosa di vagamente intellettuale anche se non l’ha capito, per rivenderselo al bar con gli amici o per dire soltanto “Ah però, bello quello che ha detto… sì, ma che ha detto?”. Per intenderci, è come vedere un film di David Lynch: tu non sai mai quello che hai visto, ma ti è piaciuto. Va bene, la pre-messa è finita, andate in pace. No, scusate, era per fare una battuta… brutta peraltro (e pure blasfema, per qualcuno), ma vi chiederei di restare, siamo solo all’inizio. Un’ultima cosa, mi raccomando: se doveste rintracciare qualche frase o concetto da intellettuale in quello che dico, sappiate che non era voluto. Buona lettura.

Leggi il resto dell’articolo